27 APRILE: SÌ AL REFERENDUM

 

Il 27 aprile 2003 siamo chiamati a rispondere al referendum abrogativo della legge regionale 20/03/02, quella comunemente chiamata "dei buoni scuola".

E' importante votare sì, per due buoni motivi:

  1. Si tratta di una legge ipocrita e ingiusta, perché mentre all'art 4, comma 2, istituisce assegni di studio per le famiglie di allievi sia della scuole statali, sia delle scuole paritarie, all'art. 2 comma 1, limita l'assegno di studio al 50% delle spese sostenute per l'iscrizione e la frequenza scolastica, ma soprattutto all'art. 3, comma 3, rivela apertamente il suo obiettivo quando precisa che l'assegno di studio non può essere inferiore a euro 150, né superiore a euro 1.000. Ciò significa escludere, già dalla legge, tutti gli alunni delle scuole statali, perché per la loro iscrizione e frequenza nessuna famiglia arriva a spendere (per fortuna) le cifre indicate. E teniamo presente che l'assegno di studio può coprire solo il 50% della spesa. Quindi ne potranno fruire solo gli alunni delle scuole paritarie.
  2. Si tratta di una legge incompleta, perché non affronta i problemi posti alle famiglie dalla frequenza alla scuola, e cioè quelli relativi all'acquisto dei libri di testo, del materiale scolastico e per il trasporto scolastico. Non agevola e non sostiene quindi le famiglie che più ne avrebbero bisogno (si può arrivare fino ad un reddito imponibile di 40.000 euro), sia che i figli frequentino la scuola statale, sia quella non statale.

La riforma Berlinguer, invece, aveva già impostato correttamente il problema della pari dignità e funzione di tutta la scuola, dando vita al sistema formativo pubblico integrato, formato cioè sia dalla scuola statale sia da quella non statale che accettasse le regole comuni (es. organi collegiali, pubblicità del bilancio, ammissione di alunni handicappati, ecc.). Tale riforma era il presupposto giuridico necessario per poter successivamente ammettere tutta la scuola, statale e non, a godere di iniziative di sostegno (che erano state possibili per le scuole materne non statali).

La legge Moratti ha cancellato tutto ciò: la Regione Liguria, sull'esempio di quella lombarda, ha approvato a maggioranza la legge sui buoni scuola che, lungi dall'essere un reale sostegno alla validità delle scuole paritarie che accettino il confronto, si risolve in un contributo sostanzialmente demagogico e clientelare.

E' necessario quindi andare a votare il 27 aprile, perché solo dicendo all'abolizione di questa legge sarà possibile impiegare in un modo più equo i soldi ad essa destinati: è necessaria una nuove legge sul diritto allo studio, che valorizzi la funzione pubblica di tutta la scuola, statale e non statale, la sua valenza educativa e didattica, la sua tradizione, la possibilità reale di scelta educativa delle famiglie, di tutte le famiglie e non solo di quelle più abbienti.

Maria Pia Bozzo