Il Teatro dell’Archivolto

Il Teatro dell’Archivolto, diretto da Pina Rando e artisticamente da Giorgio Gallione, nasce a Genova nel 1986, rifondandosi sulle basi dell’originale formazione del 1978. Fin dai suoi esordi inizia a operare nel settore del Teatro Comico e Musicale con due compagnie formate da Marcello Cesena, Maurizio Crozza, Ugo Dighero, Mauro Pirovano, Carla Signoris, e da Gabriella Picciau e Giorgio Scaramuzzino che operano da anni anche nel settore del Teatro Ragazzi. Le prime produzioni caratterizzano l’Archivolto come una tra le più significative realtà del nuovo teatro italiano. I riconoscimenti di pubblico e di critica (dopo soli quattro anni di attività il Biglietto d’Oro AGIS 1990 con lo spettacolo Angeli e soli - Siam venuti su dal niente) confermano l’Archivolto come un gruppo giovane, dinamico, che frequenta in modo intelligente e colto i territori del Teatro Comico, ispirandosi al mondo del Musical e del Cinema Americano, al Varietà, alla letteratura contemporanea, alle bizzarrie futuriste e - fondamentalmente - alla “leggerezza” delle Lezioni Americane di Italo Calvino.

Nel corso degli anni le linee ispiratrici del Teatro dell’Archivolto sono andate sempre più delineandosi: da un lato il desiderio di creare teatro dove teatro non c’era, portando in palcoscenico autori come BENNI, SERRA, PENNAC, ALTAN, IAN MCEWAN, straordinari talenti, resi complici dopo un lungo, inesorabile, personale e quasi esclusivo rapporto di collaborazione e dialogo con la compagnia (se tutti questi autori abitano sempre più abitualmente i palcoscenici teatrali è anche perché provocati, spinti, motivati o rielaborati, dall’Archivolto). Dall’altro un percorso sul Teatro Musicale contemporaneo attraverso prestigiose collaborazioni con compositori quali PAOLO SILVESTRI, ANDREA CECCON, PAOLO CONTE, IVANO FOSSATI, MARCO TUTINO, CARLO BOCCADORO, STEFANO BOLLANI e molti altri.
Entrambi gli itinerari sono un segnale chiaro ed evidente dell’indirizzo artistico, drammaturgico e stilistico che l’Archivolto persegue: un teatro al continuo, ossessivo inseguimento di nuovi territori, di nuovi complici, di nuove forme di espressione teatrale la cui ispirazione può essere di volta in volta la letteratura di Bukowski o la musica Astor Piazzolla, il cinema di Fellini o il fumetto di Hugo Pratt, le canzoni di Fabrizio De André o i racconti di Osvaldo Soriano, ma sempre e comunque nella direzione del nuovo, dell’inconsueto o dell’inedito.
Va sottolineato il fondamentale apporto di alcuni collaboratori fissi dell’Archivolto che con la loro costante presenza a fianco del regista/autore Giorgio Gallione hanno contribuito in maniera decisiva al successo di ogni produzione: oltre ai già citati compositori e autori ricordiamo il coreografo GIOVANNI DI CICCO, lo scenografo GUIDO FIORATO, la costumista VALERIA CAMPO, i realizzatori luci MAURIZIO VIANI e JEAN CLAUDE ASQUIÉ.
Nel 2000 a riconoscimento del lavoro fin lì svolto (in totale, dal 1986 a oggi, sono stati prodotti più di 60 spettacoli) e a ulteriore stimolo per il futuro giunge dal Dipartimento dello Spettacolo la qualifica di Teatro Stabile di Innovazione che pone l’Archivolto, ufficialmente e definitivamente, tra i protagonisti della scena nazionale.
Infine ricordiamo che nel 1997 l’Archivolto, dopo una lunga opera di restauro che lo ha visto impegnato come responsabile dei lavori e come finanziatore dell’operazione, ha restituito alla città il Teatro Gustavo Modena, vero gioiello architettonico e unica sala ottocentesca di Genova; quattro anni dopo è stata la volta della Sala Mercato, affiancata al teatro, ricavata dalla ristrutturazione dell’ex Mercato Comunale nuovo spazio per spettacoli, laboratori e incontri, un luogo modulabile, trasformabile che arricchisce e completa una struttura che ha pochi eguali in Italia.

Il primo spettacolo della Compagnia dell’Archivolto è Gli Accidenti di Costantinopoli ispirato a due operine in musica di Carlo Goldoni (1986); tra le prime produzioni sono inoltre da ricordare L’Incerto palcoscenico - varietà protodemenziale (1987) che ha “lanciato” la compagnia facendola conoscere in tutta Italia e che è stato molti anni in repertorio, Bar Biturico (1990), un “noir” ispirato alle imprese di Philiph Marlowe e il già citato Angeli e soli da Italo Calvino (1989).

Il Bar sotto il mare nel 1992 segna l’inizio della collaborazione dell’Archivolto con STEFANO BENNI. Dell’autore bolognese infatti, l’Archivolto ha messo in scena anche L’isola degli Osvaldi (1994) - tratto da Stranalandia e interpretato da Gabriella Picciau e Giorgio Scaramuzzino, Amlieto Il Principe non si sposa (1995) scritto appositamente per la compagnia e, in particolare, per i cinque Broncoviz; l’inedita Pinocchia (2000) interpretata da Angela Finocchiaro, Ivano Marescotti, Gabriella Picciau e Giorgio Scaramuzzino; La Storia di Onehand Jack (2001), uno spettacolo tra circo e musical, co-prodotto con La Biennale Teatro di Venezia e il Festival di Borgio Verezzi agito, cantato e recitato da Ugo Dighero e da un eccezionale gruppo di attori, giocolieri, ballerini, e acrobati.

A partire dal 1997 l’Archivolto è stato affiancato da nuovi “compagni di strada”. Primo fra tutti DANIEL PENNAC che ha concesso alla compagnia il permesso di rappresentare in Italia Monsieur Malaussène, il suo primo testo teatrale ispirato alla saga della famiglia Malaussène. Lo spettacolo, interpretato da Claudio Bisio, ha debuttato a Spoleto nell’ambito del Festival dei Due Mondi (9 luglio 1997) per la regia di Giorgio Gallione e ha poi iniziato una fortunata tournée di quattro anni in tutta Italia. Di Pennac, dal 1996 al 1998, sono stati inoltre allestiti per il Teatro Ragazzi, L’Occhio del lupo, Come un romanzo, conferenza/spettacolo tratta dal libro/saggio dell’autore francese, interpretata e diretta da Giorgio Scaramuzzino, l’adattamento di Le tour du ciel, fiaba ispirata a 12 quadri di Joan Mirò e, infine, da un suo breve racconto lo spettacolo di danza Giardini d’acqua, presentato nel luglio 1998 al Festival Internazionale di Danza InTeatro di Polverigi.

Dalla stagione 1998/1999 un’altra firma d’eccezione entra a far parte dei collaboratori del Teatro dell’Archivolto: si tratta di FRANCESCO TULLIO ALTAN. Nel luglio del 2000 è andato in scena Cuori pazzi un bizzarro e comicissimo spettacolo di tragedie in due battute interpretato da Gioele Dix e Bustric, alle prese con un'improbabile creazione del mondo. E’ il primo spettacolo ispirato alle fulminanti vignette del più geniale e vignettista italiano, ritrattista, impietoso e critico, di un’umanità senza speranze, da Cipputi ai celeberrimi personaggi dai nasi a proboscide. In precedenza era stata la cagnolina a pois più famosa della letteratura disegnata per bambini la protagonista di due testi portati in scena da Giorgio Gallione - Pimpa Cappuccetto Rosso e Pimpa, Kamillo e il libro magico – a cui è aggiunto nel 2001 Pimpa sogni d’oro, fiaba in musica con testi (e disegni) proprio di Francesco Tullio Altan e la regia di Giorgio Scaramuzzino.

Nella primavera del 2000 l’Archivolto allestisce una sorta di festa teatrale, un happening giocoso punto di partenza per un progetto di lavoro con MICHELE SERRA. La collaborazione si concretizza nella stagione successiva con Peter Uncino, un dialogo concertante per attore e cantante che ha per protagonisti Milva e David Riondino con le musiche di Marco Tutino.

Quest’anno infine ad essere indagata è stata l’opera dello scrittore inglese IAN MCEWAN: due gli spettacoli presentati in anteprima al XXXVI festival teatrale di Borgio Verezzi tratti da sue opere. L’inventore di sogni con Giorgio Scaramuzzino e L’uomo dell’armadio con Eugenio Allegri entrambi per la regia di Giorgio Gallione.

Tra gli spettacoli ancora da ricordare Carta canta di Raffaello Baldini (1998), un monologo interpretato da Ivano Marescotti e Alice oltre lo specchio (1999) interpretato da Elisabetta Pozzi con le musiche firmate da Ivano Fossati e Mario Arcari e le scene di Daniela Dal Cin.

Ma il cantiere Archivolto si è via via incrociato con altri prestigiosi personaggi del mondo letterario che con la compagnia hanno organizzato letture o mise en espace parateatrali, brevi monologhi, scrittori come José Saramago, Mario Vargas Llosa, Nick Hornby.

Oltre agli autori fin qui citati, fondamentali e indispensabili sono i talenti e le energie degli attori, veri e propri compagni di viaggio, che formano il gruppo di lavoro dell’Archivolto: CLAUDIO BISIO (dopo Malaussène, nel 2000 La Buona Novella di Fabrizio De André, un grande spettacolo concerto tratto dall’omonimo disco del 1969 del cantautore genovese, e l’imminente Appunti di viaggio), GIOELE DIX (Cuori pazzi e Corto Maltese singolare opera/balletto con musiche originali di Paolo Conte), ALESSANDRO HABER che dopo l’emozionante spettacolo/concerto Tango d’amore e coltelli – un concerto tra Borges e Piazzolla (2000) ritorna con l’Archivolto per Bukowski (confessione di un genio), oltre agli storici MAURIZIO CROZZA, UGO DIGHERO e CARLA SIGNORIS che, periodicamente, incrociano le loro strade con quella dell’Archivolto.

Seguendo in parte le linee teoriche delle altre produzioni anche il Teatro Ragazzi basa il proprio percorso di lavoro sulla rilettura di autori classici per l’infanzia - COLLODI, RODARI, TOFANO, ALTAN, DAHL - proponendone un’interpretazione in chiave teatrale e inserendoli in un progetto il cui la narrazione e l’arte di inventare storie costituiscono il punto di partenza e il fulcro di ogni nuovo allestimento. Tra le ultime produzioni ricordiamo Matilda e gli adulti cattivi (2000), La Casa di Augusta (2001) e Abbecedario (2001), inedito percorso attraverso le ventisei lettere di cui si compone il nostro alfabeto contemporaneo, ventisei piccole storie in cui le lettere sono protagoniste di altrettanti racconti scritti appositamente per questo spettacolo da autori quali Francesco Tullio Altan, Stefano Bartezzaghi, Stefano Benni, Rossana Campo, Pietro Cheli, Stefano Disegni, Beatrice Solinas Donghi, Daniele Luttazzi, Emanuele Luzzati, Sebastiano Ruiz Mignone, Bianca Pitzorno, Roberto Piumini, Guido Quarzo, Silvia Roncaglia, Edoardo Sanguineti, Michele Serra, Sergio Staino, Annamaria Testa, Donatella Ziliotto favoleggiate sulla scena da Giorgio Scaramuzzino e illustrate dalla calligrafa Francesca Biasetton.

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