Emergency in Algeria, per le vittime del terrorismo Il
primo 'inviato' di EMERGENCY a Medea è Antonio Carvalho, un tecnico
ortopedico che si trova sul posto dalla fine di gennaio di questo anno.
In queste settimane si è dedicato alla modifica della struttura
già esistente adattandola a una più razionale per il processo
di produzione e applicazione di protesi. Il lavori sono ormai completati
e gli spazi quasi tutti arredati. Gli uffici e le aree di accoglienza
sono stati arredati con mobili reperiti sul mercato algerino. Anche
la palestra di fisioterapia è stata attrezzate con materiali
e strumenti reperiti localmente, con precisione ad Algeri, che dista
circa ottanta chilometri da Medea. L'avvio
delle attività e la partenza di ulteriore personale sono ormai
prossime e si ipotizza la messa in funzione nel centro verso la fine
del mese di giugno. La situazione in Algeria non è ancora stabile, anche se migliorata, e Medea è ancora considerata una città ad alto rischio di attentati terroristici. Questi in realtà avvengono ancora, sebbene non si tratti di attentati che abbiano cadenza giornaliera, come avvenuto fino ad un paio di anni fa. La nostra presenza a Medea, che mira all'assistenza degli amputati vittime della violenza, ha anche come obiettivo quello di portare una presenza che dia un segnale di ripresa della vita normale e sicura. Speriamo che presto anche la città di Medea, ripetutamente menzionata nel bollettino delle stragi e degli attentati, possa essere una città di pace e di diritti. Da Medea, Antonio ha visto sul nostro sito le bandiere della pace esposte a Karbala, e ci ha mandato una mail chiedendo di averne anche per Medea. Gliele faremo avere al più presto.
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