Quarant'anni fa papa Giovanni XXIII rivolgeva al mondo la sua lettera (enciclica)
"Pace sulla terra". Dopo quarant'anni lo stupore di quella generazione
è ancora il nostro stupore, perché l'enciclica, purtroppo, è
ancora attualissima.
Ecco in sintesi alcune sue caratteristiche:
a) L'enciclica non è solo rivolta ai cattolici e ai cristiani, ma a tutti
gli uomini di buona volontà. C'è per la prima volto un dimensione
universale.
b) Si parla della pace non come di un sentimento o di una aspirazione futura,
ma come qualcosa che va perseguito adesso su questa terra e che si fonda su
quattro pilastri: Verità, Giustizia, Amore e Libertà.
c) E' richiamato l'ordine degli esseri e delle forze che compongono l'universo;
sono sottolineati i progressi della scienza e le invenzioni della tecnica.
d) L'enciclica sottolinea la necessità dell'ordine "nell'essere
degli uomini", che la coscienza rivela e ordina di perseguire, e sottolinea
pure le "esigenze del bene comune universale".
e) Sviluppa il tema dei diritti con argomentazioni semplici e ogni giorno più
attuali: il diritto all'esistenza e a un tenore di vita dignitoso; il diritto
alla sicurezza in caso di malattia, vedovanza, vecchiaia, disoccupazione; il
diritto ad una educazione di base e ad una formazione professionale; il diritto
a condizioni di lavoro non lesive della sanità fisica e del buon costume;
il diritto ad una retribuzione del lavoro determinata secondo criteri di giustizia.
Sono queste le condizioni alla quali è possibile la pace nel mondo.
E ancora afferma, tra i segni dei tempi, che nell'era atomica nessuna guerra può essere possibile: per il papa "è pura follia pensare alla guerra come mezzo per ripristinare i diritti violati". Affermazione di drammatica attualità oggi più che mai.
Si delinea per i cristiani, per tutti gli uomini, un compito immenso: ricomporre i rapporti della convivenza nella verità, nella giustizia, nell'amore, nella pace.
Maria Pia Bozzo