VIENE DA SORRIDERE ... AMARAMENTE Viene
da sorridere amaramente quando si legge una nuova dichiarazione del
nostro Presidente del Consiglio su questo o quell’argomento. Si sono presentate all’invito dello Stato diverse cordate composte per lo più da istituti bancari sia nazionali che esteri, ma con scarsa presenza di società capaci di operatività nelle operazioni di vendita.Sul complesso di questa manovra c’è da fare una considerazione dettata dalla esperienza (non di chi scrive, ma di chi lavora e opera nel settore specifico): questo tipo di operazioni è stato usato anche in altre realtà e occasioni, con risultati non del tutto soddisfacenti.Infatti il rischio è di incassare cifre inferiori a quelle quantificate e in tempi molto più lunghi del previsto, con evidente scostamento dai risultati desiderati (chi mette la differenza tra l’incasso ambito e quello effettivamente ottenuto?).Inoltre ricordiamo che la riforma delle procedure di vendita permetterà con difficoltà ai circa 50/60 mila inquilini che ancora non hanno acquistato, di diventare piccoli proprietari dei loro alloggi.L’elevamento all’ottanta per cento del tetto per ottenere lo sconto di vendita più consistente, la messa all’asta dei rimanenti alloggi dell’edificio a prezzi di mercato e la ricomprensione di questa particolare forma di vendita (quella diretta agli inquilini) all’interno dei meccanismi di cartolarizzazione fanno pensare che ci troviamo di fronte all’ennesimo meccanismo poco semplice e poco adatto ad ottenere le vendite in tempi rapidi. Vi
è poi da considerare il fatto che più di dieci mila inquilini
hanno già potuto acquistare il loro alloggio con le regole fino
ad oggi esistenti e che ad altri sessanta mila circa vengono poste norme
e regole diverse con un chiarissimo problema di eguaglianza di trattamento
tra cittadini che si trovano nelle stesse condizioni e che hanno risposto
positivamente all’opzione proposta dagli Enti già da due
anni fa. Penso
ad una casalinga che deve fare tutti i giorni la spesa combattendo con
il borsellino sempre più vuoto, poiché il marito, impiegato
od operaio che sia, “porta a casa” 1.000 Euro (o poco più)
al mese, senza sicurezze sul futuro del proprio posto di lavoro. Tra l’altro
questa è una incertezza che tocca Genova da vicino: vedi Marconi,
Elsag, Ansaldo Energia ed altre aziende dell’indotto.La sensazione
a fior di pelle è che ai nostri Governanti importi poco l’interesse
dei loro governati ; mentre alla gente reale, i problemi sulla riforma
della Costituzione, sulla commissione d’inchiesta per Tangentopoli,
(quella che deve far luce sul perché ci siano stati arresti a senso
unico), non interessano perché distanti e/o astratti.La gente che
lavora per vivere, deve fare i conti, ad esempio, con un euro che ha modificato
la percezione del valore dei soldi.Infatti noi italiani, che non eravamo
abituati ad avere monete di valore, con l’Euro ci siamo ritrovati
in mano monete che valgono 1936,27 volte 1 vecchia lira e, soprattutto
all’inizio del nuovo corso monetario, siamo rimasti con l‘abitudine
consolidata a tenere in poca considerazione le monete di metallo, lasciando
mance che credevamo basse, resti in monetine che pensavamo di poco valore
e sottovalutando che 50 cent sono quasi mille lire.Ecco che allora la
spesa diventa più cara (oltre al lievitare degli arrotondamenti
sui prezzi) e la sensazione di finire prima il budget mensile, diventa
pericolosamente concreta.Tuttavia nessuno dal “Palazzo” ha
aiutato l’opinione pubblica sensibilizzandola opportunamente, era
più importante parlare di riforme e giustizia astratta, procrastinando
i veri problemi a data da destinarsi, possibilmente a fine legislatura,
quando chi verrà (leggi sarà eletto) vedrà e dovrà
porre rimedio.
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