STRATEGIA RIFIUTI ZERO
UNA SCELTA PER IL FUTURO
Il
18 gennaio scorso, nella sala di rappresentanza di Palazzo
Tursi, ha avuto luogo un incontro pubblico sulla “Strategia
rifiuti zero” della quale è stato relatore
il Prof.Paul Connet, docente di chimica presso la St.Lawrence
University ed uno dei massimi esperti internazionali
che indaga sugli effetti sanitari derivanti dall’incenerimento
dei rifiuti, autore di numerosi articoli pubblicati
su prestigiose riviste scientifiche e fortemente impegnato
nell’indicare strategie alternative nella gestione
delle risorse (e non solo dei rifiuti).
Vi riassumiamo i punti salienti dell’intervento
del Prof.Connet:
- Il movimento “Rifiuti Zero” si è
sviluppato per l’impegno di comuni cittadini che
hanno lottato per promuovere il riciclaggio e per sconfiggere
inceneritori e discariche.
Negli Stati Uniti la scelta delle comunità per
“Rifiuti Zero” ha bloccato la costruzione
di 300 inceneritori e si è rivelata vincente
sia dal punto di vista ambientale che economico.
- “Rifiuti Zero” coniuga l’impegno
delle comunità per il riuso, la riparazione,
il riciclaggio, la rimozione di sostanze tossiche e
il compostaggio con l’impegno delle industrie
nell’eliminazione di sostanze tossiche nella progettazione
di imballaggi e di prodotti che possano quindi essere
riusati, riciclati o compostati. Un impulso a migliorare
le tecnologie, che hanno un ruolo fondamentale per ridurre
al minimo gli scarti e l’inquinamento, anche con
la ricerca.
- Questo cambiamento di stile di vita e di mentalità,
come si è già dimostrato dove è
avvenuto, crea posti di lavoro e imprese che raccolgono
e lavorano materie seconde, fabbricando nuovi prodotti
e riduce quindi la richiesta di materie prime, che non
sono inesauribili. Inoltre l’estrazione, la lavorazione,
il trasporto e l’eliminazione di risorse (con
discariche e inceneritori) è una causa primaria
di distruzione ambientale e di riscaldamento globale.
- Dal punto di vista pratico del cittadino si è
verificato che il sistema di raccolta dei rifiuti può
essere basato su quattro contenitori: uno per l’organico
(che causa molti problemi alle discariche), uno per
la carta, uno per vetro, plastica e lattine e l’ultimo
per i residui (che le industrie debbono impegnarsi a
ridurre al minimo se vogliono vendere i loro prodotti).
- Al dettagliante e al produttore si dovrebbero restituire
i prodotti con componenti tossici e difficili da riciclare:
se le industrie insistono sul loro uso e i governi lo
consentono, dovrebbero introdurre una legislazione per
richiedere a quelle industrie di riprenderseli per smaltirli.
- Stimolare i programmi
di “riporto”, con l’incentivo della
pubblicità gratuita derivante ai dettaglianti
e ai produttori che si riprenderanno i contenitori di
cibi e bevande, imballaggi, batterie e gomme d’auto,
ecc.
- Occorre fornire incentivi a chi ricicla, con una riduzione
della tariffa sui rifiuti, educando le comunità
a scegliere prodotti che non inquinano, favorendo lo
sviluppo di aziende, piccole o grandi, che possano raccogliere,
lavorare e riusare, riparare o riciclare i materiali
scartati, con la conseguente offerta di nuovi posti
di lavoro alla comunità stessa.
- Vi sono molti esempi di città, grandi e piccole,
che stanno portando avanti con successo la “Strategia
Rifiuti Zero”: San Josè, California, U.S.A.
(popolazione 849.363); Seattle, Washington, U.S.A. (popolazione
534.700); Canberra, Australia (popolazione 300.000);
Santa Cruz, U.S.A. (popolazione 230.000); Guelph, Ontario,
Canada (popolazione 100.000); Loveland, Colorado, U.S.A.
(popolazione 37.000 abitanti), ecc. A queste si sono
aggiunte S.Francisco (con il coinvolgimento di 850.000
abitanti), la regione occidentale dell’Australia,
nonché paesi del sud del mondo quali l’Egitto,
l’India, le Filippine,il Brasile.
- Il modello “Rifiuti Zero” sta muovendo
la società nella direzione giusta, ed è
certamente di gran lunga meglio che dipendere da una
discarica per i rifiuti indifferenziati o dall’incenerimento.
Oggi viviamo sul nostro pianeta, che ha risorse limitate,
come se ne avessimo un altro dove andare!
Il modo con cui maneggiamo i nostri rifiuti è
un microcosmo del modo in cui lo trattiamo. Se ci importa
del nostro pianeta, deve importarci il modo in cui trattiamo
i nostri rifiuti.
Il Presidente di Italia Nostra Liguria, prof.Federico
Valerio, ha inviato a tutti i consiglieri comunali e
provinciali una lettera nella quale contesta come “fasulle”le
informazioni fornite ai cittadini sull’impatto
ambientale e sanitario di un inceneritore; la lettera
fornisce tutti i dati scientifici sui reali problemi
derivanti dalla ricaduta dei fumi non solo nell’inquinamento
dell’aria, ma anche del suolo e del mare e, conseguentemente,
nella contaminazione di alimenti prodotti da quel suolo
e da quel mare (basilico di serra a Prà, ortaggi
prodotti negli orti urbani, pesce pescato nel golfo
ligure).
I consiglieri che devono decidere quale sarà
il futuro della città debbono fare le loro scelte
basandosi su dati scientifici reali e non su informazioni
palesemente sbagliate e di parte.
E’ l’ora di fare scelte innovative nella
gestione dei rifiuti, in sintonia con le scelte europee
e riducendo al massimo l’impatto ambientale.
E noi ribadiamo: i sistemi per documentarsi ci sono,
e, come dice Paul Connet, solo gli amministratori pubblici
pigri fanno scelte superficiali, perché le scelte
giuste sono più impegnative..