La
Voce di San Teodoro – gen/feb
2005 – ANNO 7 - N.1 |
4 |
L’ISOLA DEL PETROLIO E’ diventata consuetudine apprendere dai giornali locali di progetti che dovrebbero cambiare profondamente l’assetto urbanistico della nostra città. Grandi investimenti che importanti uomini politici, famosi architetti, grandi gruppi economici, presentano alla stampa, senza porsi minimamente il problema di avviare un confronto democratico con i cittadini e le Circoscrizioni interessati.
L’ultimo regalo, in ordine di tempo, oltre a quelli già
tristemente famosi (mega inceneritore, terzo valico, gronda autostradale)
è proprio l’Isola del Petrolio: ossia una enorme piattaforma
collocata all’interno del porto di Genova, nello specchio acqueo
compreso tra la Lanterna e la foce del torrente Polcevera, sulla quale
trasferire non solo il porto petroli di Multedo ma anche i depositi
chimici di Carmagnani e Superba ed i depositi pretroliferi AGIP di Fegino
e Fondega Nord e SIGEMI di San Quirico.
L’isola avrebbe una conformazione rettangolare il cui lato lungo
si svilupperebbe tra i 1500 e 1800 metri di lunghezza, ed il lato corto
misurerebbe tra i 400 e 500 metri, determinando una superficie variabile
tra i 600.000 e i 900.000 metro quadrati.
Pensiamo invece a quali ricadute sul nostro territorio potrà
determinare questa gigantesca opera in termini di impatto ambientale,
di traffico e di inquinamento: per questo, prima di proporre nuove servitù,
è prioritario risolvere le emergenze legate ai temi della viabilità,
della salute e della sicurezza urbana, di cui siamo già creditori.
|